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Siamo soliti associare alle dipendenze una dipendenza chimica: la persona che si inietta eroina, per fare un esempio, pensiamo non possa smettere perché si innesta un circolo vizioso dettato dalla carenza di quella molecola nel sangue.

Ciò è vero in parte, ma in parte no. Non si spiegherebbe sennò come mai pazienti ospedalizzati, a cui viene somministrata diamorfina (ovvero, eroina pura e quindi più potente di quella utilizzata dai tossici che la comprano da spacciatori che la “tagliano” e quindi diluiscono con altro) per attenuare il dolore, non sviluppino dipendenza una volta usciti dall’ospedale.

Una visione diversa ed alternativa ci arriva da uno psicologo di Vancouver, Bruce Alexander. Alexander notò avvenimenti strani in seguito ad un esperimento con dei topi: quando il topo viene messo in una gabbia da solo, avendo a disposizione della droga, egli non fa altro che drogarsi, arrivando perfino a morire.

Ma se il topo viene inserito in un “parco topi”, in cui è in compagnia di altri suoi simili, può usufruire di acqua, del miglior cibo per roditori e delle ruote in cui correre, ecco che succede qualcosa di strano: tutti i topi assaggiarono l’acqua ma, avendo una bella vita e una ricca vita sociale, finirono per evitarla. E ne consumarono un quarto rispetto ai topi isolati. E nessun topo morì.

Non solo: i topi dapprima inseriti in una gabbia solitaria e che avevano sviluppato dipendenza, una volta collocati nel parco topi interrompevano il loro uso compulsivo, nonostante i sintomi di astinenza: l’ambiente felice li salvava.

Similmente sul versante umano, possiamo prendere in considerazione la guerra in Vietnam: fra i soldati americani l’uso di eroina era la norma. Molte persone erano quindi convinte che, terminata la guerra, sarebbe rientrato in patria un grande numero di tossicodipendenti. La verità fu sorprendente: il 95% dei soldati che avevano sviluppato dipendenza da eroina, tornati in patria semplicemente non si drogarono più: erano passati da un contesto terrificante ad uno piacevole e la droga non serviva più.

Come si può spiegare tutto ciò? Si spiega con il fatto che gli esseri umani hanno un’intrinseca necessità di sviluppare legami: se non siamo in grado di entrare in contatto con nostri simili, entreremo in contatto con qualsiasi altra cosa (la boccata di una sigaretta, il suono della slot machine, la siringa).

Il contrario della dipendenza è quindi non l’astinenza ma il contatto umano.

Qui di seguito trovate il link ad un video interessante che spiega ciò che ho cercato di evidenziare in poche righe nell’articolo. Buona visione!

www.youtube.com/watch?v=ao8L-0nSYzg