Orario: 8.00-20.00 Lunedì - Sabato
Appuntamenti 348 864 6506

Caregiver ovvero: “colui che dà cura”.

Duro “lavoro” per i famigliari che si trovano a dover affrontare, giorno dopo giorno, sfide e difficoltà di questo delicato ruolo.

Le cure che prestano possono essere, a seconda della malattia e della gravità, fisiche (igiene personale, pulizia dell’ambiente, preparazione dei pasti,…), pratiche (organizzare e prenotare visite, monitorare gli orari di assunzione delle terapie farmacologiche,…) ed emotive (supportare la persona malata, intrattenerla con conversazioni, visioni di film,…).

Spesso, inoltre, la sorveglianza del malato deve ricoprire l’intero arco della giornata. Pensiamo ad una affetta da morbo di Alzheimer: a causa della malattia, che rende i pensieri e le azioni della persona che ne è affetta imprevedibili, i malati possono diventare pericolosi per sé o per gli altri (pensiamo all’eventualità che la persona lasci il gas acceso o si metta, in un momento di confusione, alla guida dell’auto). [Per un approfondimento sul ruolo del caregiver con famigliari affetti da demenza, vi rimando allo studio “Family caregivers of people with dementia”, in inglese].

Un bel carico da novanta (si parla di “burden” per indicare il “peso” che grava su chi dà cura, in termini di sforzi fisici ed emotivi e che, di conseguenza, influisce negativamente sulla sua salute) per il caregiver, che spesso si trova piombato dall’oggi al domani in una realtà in cui dover incastrare lavoro, impegni famigliari e gestione della persona malata.

A tutto questo si aggiunge la difficoltà nell’accettare la malattia del famigliare, le sue difficoltà e la modifica dei ruoli famigliari.

Possiamo quindi comprendere come il caregiver possa accusare disagi psicologici come frustrazione, ansia, episodi depressivi, disordini alimentari e insonnia.

Buona norma sarebbe, per il caregiver, trovare un gruppo di persone nella sua stessa situazione con cui confrontarsi e, vicendevolmente, aiutarsi.

Decidere, inoltre, di intraprendere una psicoterapia individuale potrebbe da un lato aiutare il caregiver ad affrontare i cambiamenti e le difficoltà sopravvenute nella nuova realtà in cui vive e dall’altro affrontare la “perdita” della persona amata così come la si conosceva, accettando la nuova situazione.