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Eccoci qui: i Pokemon non potevano non apparire anche sul mio sito. Dopo aver puntato il cellulare sullo schermo alla ricerca di Pikachu (il Pokemon più famoso), vediamo insieme le ragioni della Pokemon Go mania.

Ma innanzitutto, cosa sono i Pokemon? I Pokemon (acronimo per “Poket Monster”) sono delle creature dalle sembianze più disparate che l’allenatore deve catturare, esplorando lo spazio, e fare evolvere, così da poter combattere e vincere contro altri allenatori. I Pokemon nascono in Giappone nel 1996, in due videogiochi per Nintendo Game Boy (Pokemon Versione Rossa e Pokemon Versione Blu) e l’anno dopo, sulla scia del successo dei videogiochi, usciva il cartone animato, distribuito in ben 74 Paesi.

Possiamo, quindi, facilmente intuire come il successo di ieri si ripercuota su quello di oggi. I bambini e ragazzini di ieri, fan di Pikachu e co. sono i ragazzi e i giovani uomini di oggi: l’effetto nostalgia è immediato. Non solo si assiste al ritorno di personaggi a cui siamo affezionati, ma in più si diventa noi stessi gli allenatori. Nel videogioco classico, stando comodamente seduti sul divano con di fianco una bibita, comandavamo il personaggio del videogame e lo portavamo qua e là per il mondo virtuale. Con Pokemon Go siamo noi in prima persona a dover uscire di casa per andare a “catturarli tutti” (“Gotta catch’em all” è, infatti, il famoso motto della serie). Il che ha anche una ripercussione sulla sedentarietà, piaga che affligge la società moderna: se voglio vincere, devo camminare.

Discorso diverso per i ragazzini ed i bambini di oggi, che probabilmente non avevano sentito mai parlare prima dei Pokemon ma che, contagiati dalla mania mondiale e dalla realtà aumentata, si sono fiondati anch’essi in questo mondo parallelo.

Mondo parallelo che ha anche un’utilità non da poco, nel momento storico in cui viviamo: ci permette di staccare la mente e gli occhi dalla situazione odierna e inquietante della realtà, permeata da terrore, crisi economiche, mancanza di lavoro.

“Ce l’ho, ce l’ho, manca”. Come dimenticare l’effetto figurina, che spinge il giocatore a percorrere chilometri e chilometri per catturare nuove specie, far schiudere le uova (che, appunto, si schiudono dopo un tot di chilometri percorsi) e completare il Pokedex (ovvero l’album virtuale di “figurine” dei Pokemon, nel quale visualizzare tutti quelli che si sono catturati).

Tutti gli obiettivi sono inoltre di difficoltà crescente, ben strutturati e facilmente (ma non troppo) raggiungibili a seconda del livello in cui ti trovi, mantenendo alta la motivazione del giocatore.

Fin qui abbiamo elencato le note positive e i fattori di successo del gioco. Non mancano, però, anche le criticità.

Innanzitutto, si rischia di prestare meno attenzione all’ambiente che ci circonda, con la triste possibilità di distrarci alla guida, attraversare sovrappensiero una strada, non accorgerci di ostacoli mentre camminiamo.

I Pokemon, inoltre, seguono degli algoritmi per cui compaiono nella stessa posizione in un determinato periodo di tempo, per tutti i giocatori. Questo fattore potrebbe essere utilizzato (ed è già successo in Missouri) da malintenzionati per adescare i giocatori in un determinato posto per poi derubarli.

Altre volte si assiste poi ad un effetto-paradosso, per cui i giocatori sono talmente assorti dalla realtà virtuale che non distinguono nemmeno più quando è possibile e divertente giocare da quando sarebbe meglio solo stare in silenzio e portare rispetto al luogo (tra le lapidi del memoriale dell’Olocausto a Berlino e ad Auschwitz, solo per fare degli esempi).

Per individui che hanno disturbi psicotici, inoltre, puó generare confusione e notevoli difficoltà nel distinguere ciò che è reale da ciò che non lo è.

Per concludere, che voi siate fan dei Pokemon oppure no, che amiate questa nuova esperienza ludica oppure meno una cosa è certa: Pokemon Go è diventato un fenomeno di massa di cui non si possono non analizzarne le caratteristiche, pregi e difetti, punti di forza e criticità.