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“È incredibile come l’inconscio lavori separato dalla ragione, sa già tutto prima. Il compito razionale del cervello è di gestire la realtà per gradi, di nascondere la tragedia, di diluirla nel tempo per renderla accettabile.”(Lorenzo Amurri, “Apnea“)

Dopo la rubrica “PsicoConsigli di visione”è giunto il momento di inaugurare “PsicoConsigli di lettura“. Se non oggi, quale occasione migliore?

E’ lunedì mattina. Sono in treno, Genova mi attende. Il viaggio sarà un po’ lungo. Accendo il Kindle, non c’è compagno di viaggio migliore: leggero, discreto. Sfoglio un po’ svogliatamente fra i titoli che mi propone ed indugio su uno: “Apnea”. Chissà cos’è? Non ricordo più: quando l’ho caricato? Di cosa parla? Il titolo mi piace: lo inizio.

Una pagina, due, tre. La lettura si fa difficile. Fuori il sole gioca scherzoso con le nuvole, dentro, nel vagone del treno, tutto si incupisce: l’incidente, la perdita dell’uso delle gambe, i momenti bui di Lorenzo, raccontati lucidamente in questa apnea autobiografica. Spengo il dispositivo. Mi agito, borbotto. “Se tutto il libro sarà così, non ce la posso fare” penso fra me e me. Ma l’attrattiva della scrittura vivace, rapida ed accattivante mi incolla al Kindle: lo riaccendo. Leggo avida le pagine: sospiro, mi incupisco, sorrido.

E in due giorni (due viaggi in treno e due lunghe serate trascorse fra le pagine) l’ho terminato. La mia è stata un’apnea nel mare d’inchiostro.

Perché lo consiglio, vi chiederete, se il tema è tanto angosciante?

Ecco perché. Lorenzo sa narrare con lucidità il suo passaggio da persona normodotata a persona disabile: dopo il grave incidente sugli sci, Lorenzo non potrà più camminare e nemmeno più muovere le mani, lui che sognava un futuro da chitarrista. La difficile accettazione della nuova condizione, la complessità di non essere più autonomo in niente (lui, spirito libero ed avventuriero), la volontà di porre fine alla sua vita formano un intreccio in cui anche le persone a lui più vicine fanno fatica ad entrare e, inevitabilmente, si allontanano.

Con notevole autoironia, Lorenzo racconta in modo leggero le sue pesanti vicende, fa riflettere, commuove. Sorprende per la sua forza d’animo, per la sua consapevolezza spiccata, per il suo toccare lievemente le corde del lettore, anche quello meno empatico. Sono più di uno i passi in cui vorresti tuffarti nel racconto, abbracciarlo e fargli sentire la tua presenza.

Il libro è un inno alla speranza, alla voglia di vivere nonostante tutto. E’ un monumento all’amicizia e all’amore.

E’ un saggio di psicologia sotto forma di romanzo autobiografico, scritto con la nocca del mignolo della mano destra.

L’epilogo è tristemente cupo. Lorenzo Amurri ci ha lasciati martedì 15 luglio, all’età di 45 anni. Oltre ad “Apnea” ha pubblicato “Perché non lo portate a Lourdes?“, entrambi editi da Edizioni Fandango.

Qui di seguito trovate l’intervista di Lorenzo a “Le invasioni barbariche“: