Paula ha sedici anni e da quattordici è l’anello di congiunzione fra la sua famiglia e il mondo esterno. Sì, perché i Bélier (padre, madre e un fratello minore), agricoltori e commercianti della Normandia, sono sordi. Paula, divisa tra lavoro e liceo, scopre a scuola (in seguito ad un colpo di fulmine, voilà) che non solo parla, ma canta anche meravigliosamente. Incoraggiata dal suo professore di musica, si iscrive al concorso canoro indetto da Radio France a Parigi, che potrebbe farla accedere ad una prestigiosa accademia musicale. Paula si trova così scissa fra la sua famiglia e l’amore, fra i suoi sogni (e diritti) ed i suoi doveri, fra la voce ed il mutismo.
Una commedia di formazione insolita, un occhio (e un orecchio) toccante sull’adolescenza. Louane Emera (alias Paula) interpreta magistralmente i conflitti che sono insiti dell’adolescenza (la contrapposizione fra l’indipendenza e la sicurezza del legame famigliare) con ironia e tenerezza. Un film che fa riflettere, adolescenti e genitori, diverte e commuove. Una ricerca della propria identità (ricerca difficile e faticosa, straziante e combattuta) che fa ripensare al teenager che ancora vive in noi e ci fa comprendere un po’ meglio nostro figlio, nipote, alunno.
Una lezione di psicologia fatta film.