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Alla definizione di “disturbi del comportamento alimentare” (DCA) siamo soliti ad associare istintivamente l’anoressia nervosa e la bulimia nervosa. Ma, questa definizione ampia, comprende anche altri tipi di disturbi, tra cui il BED (Binge Eating Disorder), di cui oggi ci occuperemo.

Il BED (ovvero il disturbo dell’alimentazione incontrollata) sembra essere il DCA maggiormente diffuso tra il genere maschile, con una prevalenza stimata del 40% contro il 10-15% della bulimia nervosa e il 5-10% dell’anoressia nervosa.

I criteri diagnostici del BED sono:

1. Episodi ricorrenti di abbuffate associati ad almeno tre dei seguenti sintomi:
– Mangiare molto più rapidamente del normale;
– Mangiare fino a sentirsi spiacevolmente pieni;
– Mangiare grandi quantitativi di cibo anche se in assenza di appetito o fame;
– Mangiare in solitudine per vergogna;
– Provare disgusto verso di sé, depressione e senso di colpa dopo ogni episodio;
2. E’ presente un marcato disagio nei confronti del comportamento bulimico.
3. Le abbuffate avvengono in media almeno 2 giorni la settimana per un periodo di 6 mesi.
4. Gli episodi bulimici non si associano a regolari metodi di compenso (vomito autoindotto, abuso di lassativi, esercizio fisico strenuo) e non avvengono necessariamente in corso di AN o BN.

Accanto ad una predisposizione genetica e neuroendocrina, sembrano rivestire un ruolo fondamentale per l’insorgenza del BED le difficili esperienze di vita infantile, ed in particolare la presenza di disturbi depressivi nei genitori, la tendenza all’obesità e i ripetuti commenti negativi riguardo al peso e alla forma fisica. Le abbuffate (che, al contrario di quanto succede nella bulimia, non vengono seguite da comportamenti compensatori come vomito, uso di lassativi e di diuretici) potrebbero rappresentare un blocco emotivo e del pensiero di fronte ad uno stato emotivo ritenuto non pensabile e tollerabile, oppure ancora potrebbero rappresentare una difficoltà nella gestione degli impulsi. Per tale motivo, nelle persone con BED potrebbero innescarsi altri comportamenti legati alla difficoltà di gestione degli impulsi, come l’etilismo, la tossicodipendenza, l’autolesionismo, la cleptomania e la promiscuità sessuale.

Come tutti i disturbi del comportamento alimentare, il BED necessita di un approccio multidisciplinare che preveda una collaborazione tra psichiatra, internista, dietologo e psicologo. La dieta deve correggere l’equilibrio metabolico; la terapia farmacologica, se ritenuta opportuna, si avvale della somministrazione di antidepressivi e di ansiolitici mentre la terapia cognitivo-comportamentale può risolvere le problematiche relazionali legate al dismorfismo corporeo.