“Com’è finita la sorellina nella pancia?”
“Perché tu e papà ogni tanto chiudete la porta della camera a chiave?”
“Cosa vuol dire fare sesso?”
Queste sono solo alcune delle domande che i nostri figli, a seconda della loro età,
possono porci spesso cogliendoci impreparati.
Un misto di imbarazzo, vergogna, paura di non usare i termini giusti possono investirci,
inducendoci a dare risposte evasive se non addirittura false.
Noi adulti abbiamo l’idea infatti che i bambini ed i ragazzini non debbano sapere cosa
accade fra le lenzuola. Almeno la pensiamo così noi genitori italiani.
L’Italia è infatti uno dei pochi Paesi dell’Unione Europea (assieme a Bulgaria, Cipro,
Lituania, Polonia e Romania) in cui l’educazione sessuale nelle scuole non viene ancora
trattata. Alcuni istituti o associazioni di genitori si sono mossi in tal senso, coinvolgendo
professionisti privati per incontri di condivisione e lezioni informative.
Al peggio, l’educazione sessuale rimane confinata tra le mura domestiche con
conseguenze non sempre positive: in alcune famiglie potrebbe continuare ad essere
considerata un tema tabù, di cui non si può e non si deve parlare; in altre potrebbe venire
esclusa dal dialogo la questione LGBT; in altre ancora si potrebbe non affrontare il tema
della contraccezione.
Di sessualità (al pari di educazione civica, matematica ed italiano) si deve parlare a
scuola, portando evidenze scientifiche, educando alle emozioni ed all’uso di una corretta
contraccezione.
Ed è importante cominciare già quando i bimbi sono piccoli. Pensiamo che in Olanda,
durante la settimana “Febbre di primavera”, i bambini che frequentano la scuola materna
si trovano a frequentare obbligatoriamente incontri che trattano temi come l’affettività e la
sessualità tanto che un bambino di quattro anni sa benissimo come nascono i bambini e
cosa voglia dire fare sesso.
I risvolti positivi di una corretta educazione all’affettività ed alla sessualità sono molteplici.
Secondo il rapporto del 2013 “ Policies for Sexuality Education in the European Union ” una
valida educazione sessuale previene la diffusione di malattie sessualmente trasmissibili e
di gravidanze in età adolescenziale.
In più, nei nostri giorni c’è un altro motivo per affrontare il tema della sessualità con i nostri
figli: l’accesso libero ai film pornografici. Si stima che il 70% dei quattordicenni italiani si
siano imbattuti in materiale pornografico, senza avere alcuna capacità di distinguere
l’intimità reale dal sesso estremo dei film pornografici: i pre-adolescenti ed adolescenti di
oggi possono arrivare a pensare che ciò che vedono on line sia ciò che succede nella vita
reale, con la possibile conseguenza di sperimentare timore di non essere all’altezza e
ansia da prestazione.
E’ assolutamente normale che i ragazzini siano curiosi e cerchino di soddisfare il loro
naturale interesse. Compito di noi adulti è informarli e prepararli prima che del loro
sviluppo, prima che si imbattano in un film porno, prima che comincino a provare
attrazione verso persone del sesso opposto o del loro stesso sesso in modo tale che
riescano ad individuare facilmente ciò che sta accadendo in loro, le loro emozioni e
reazioni fisiche, senza esserne spaventati e senza dover cercare on line o da amici più
grandi elementi per soddisfare la loro curiosità, con il pericolo di incorrere in informazioni
errate o in video che potrebbero metterli a disagio.