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Napoli, rione Sanità: la periferia al centro della città.
Il rione Sanità vide la luce alla fine del 1500, in una valle utilizzata sin dall’epoca greco-romana come luogo di sepoltura (si trovano qui, infatti, le affascinanti catacombe di San Gaudioso e San Gennaro ed il cimitero delle Fontanelle).

Catacombe di San Gennaro

A quell’epoca, il rione fu abitato da famiglie borghesi e nobiliari (testimonianza ne sono, per esempio, i palazzi Sanfelice e Dello Spagnolo) ma, da quando ad inizio ‘800 il quartiere fu sovrastato dalla costruzione di un ponte, che permise un collegamento diretto fra la reggia di Capodimonte e la città, Sanità fu esclusa dal commercio e dal passaggio e si creò così un microclima ideale per il proliferare di emarginazione sociale, disoccupazione e criminalità.

Palazzo Dello Spagnolo

Oggi Sanità vede però sorgere realtà diverse: alcune associazioni (come la cooperativa sociale “La Paranza”, che ha preso in gestione le due catacombe sopracitate dando lavoro a ragazzi del quartiere) si stanno adoperando perché Sanità possa essere conosciuta in Italia e nel mondo anche per motivi diversi da quelli camorristici.
E’ il caso anche dell’orchestra “Sanitansamble”, nata nel 2008, che propone un accesso gratuito a lezioni di musica ai bambini ed ai ragazzi del quartiere e dell’associazione culturale “Sott’o ponte” che organizza laboratori di teatro, mimo, danza, teatro di strada per giovani dai 6 ai 16 anni e che fu una delle realtà che diedero i natali al “Nuovo teatro Sanità”, con sede nella chiesa dell’Immacolata e San Vincenzo.
O ancora della ONLUS “Traparentesi”, che gestisce proprio nel rione Sanità il centro socio- educativo “Sane Stelle” che offre uno spazio di aggregazione ed attività educative specifiche (come doposcuola, laboratori interculturali, corsi di lingua italiana) per minori italiani e stranieri a rischio di marginalità e dispersione scolastica.
Percorrendo poi le strade del quartiere a piedi, saltano agli occhi i vari murales che abbelliscono le facciate dei palazzi come “Luce” di Tono Cruz e “Resis-ti-amo” di Francisco Bosoletti e gli androni dei sopracitati palazzi Sanfelice e Dello Spagnolo.

“Luce” di Tono Cruz

L’arte nelle sue varie forme è diventata il pretesto ed il tramite per la rinascita di un quartiere, che vede nei bambini e giovani strappati dalle mani della criminalità un’occasione di riscatto umano e sociale.
Parlando con loro, noti nei loro occhi la scintilla di un amore puro e viscerale per la loro città ma anche la forza di volersi riscattare, di mostrare a sé stessi ed al mondo che Napoli non è solo camorra ma è anche bellezza e vitalità.
Un riscatto che diventa personale e psicologico, che pone le basi per una maggiore autostima e realizzazione personale: guidare i turisti fra il patrimonio artistico del quartiere è diventato un lavoro a tempo indeterminato per circa 40 ragazzi, garantendo sicurezza economica e gratificazione individuale.
Un riscatto che fa emergere nei giovani la consapevolezza che si possano scegliere strade diverse, che li rende consapevoli dei propri limiti ma anche delle loro capacità, che li rende parte di un gruppo diverso, con spinte evolutive forti e voglia di emancipazione.

L’elevata resilienza dimostrata da questi giovani ha dato alla luce nuove ed insospettate possibilità di esistenza, lontane da spaccio e armi.

“Il Nuovo Teatro Sanità è la speranza dove ormai tutti credono che non ce ne sia più, anche e
soprattutto chi ci vive.” (Roberto Saviano)