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Nella (quasi) totalità dei casi, le persone che arrivano all’attenzione di uno psicoterapeuta si trovano in uno stato di acuta sofferenza psichica.

Dapprima  affiora qualche malessere, alcune nottate trascorse in bianco o uno stato ansioso in specifici momenti della giornata, che vengono magari minimizzati, cercando di autoconvincersi che sia solo un momento transitorio.

Poi quei sintomi si intensificano e si prolungano sempre più, tanto che la persona è costretta a prenderne nota: non si può più far finta che non esistano, il malessere è diventato troppo acuto. E così, la persona in questione prende contatto con uno psicoterapeuta ed inizia un percorso di terapia.

Ma la psicoterapia non è solo trattamento del malessere.

E’ anche promozione del benessere psicologico, scoperta di sé stessi e motore di cambiamento.

D’altra parte, la definizione di salute dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) dice che “uno stato di benessere fisico, mentale e sociale non è solamente assenza di malattia o infermità”. Non è, quindi, solo assenza di disagio. Il soggetto dovrebbe essere garante di sé stesso. La concezione è diametralmente opposta: si passa dal prendersi cura e “riparare” il danno al prendersi cura della salute, dello stare bene. Di più: a proposito del benessere psicologico, l’OMS sottolinea che “il benessere psicologico è quello stato nel quale l’individuo è in grado di sfruttare le sue capacità cognitive o emozionali per rispondere alle esigenze quotidiane, stabilire relazioni soddisfacenti con gli altri, adattandosi alle condizioni esterne ed ai conflitti interni”.

Come valutare, però, il proprio benessere psicologico?

Sono stati costruiti vari questionari e scale ad hoc per valutare questo costrutto multifattoriale.

La scala di Carol Ryff valuta sei dimensioni: autonomia, controllo ambientale, crescita personale, relazioni positive con gli altri, scopo nella vita ed accettazione di sé.

Considerando queste sei dimensioni, la relazione psicoterapeutica non si propone quindi di curare una sofferenza od una sintomatologia in essere ma si propone come motore per un cambiamento interno, in vista di un miglioramento globale della propria esistenza.