Orario: 8.00-20.00 Lunedì - Sabato
Appuntamenti 348 864 6506

“Nella vera notte buia dell’anima sono sempre le tre del mattino”
– Francis Scott Fitzgerald –

Antonio soffre di epilessia idiopatica dall’età di quattordici anni. E dall’età di quattordici anni i genitori decidono di farlo seguire da uno dei più grandi luminari in questo campo: il dottor Gastaud, medico francese che esercita a Marsiglia. Gastaud, dopo averlo valutato ed avergli prescritto una terapia da seguire quotidianamente, decide di dar loro un successivo appuntamento a distanza di quattro anni, per valutare la progressione della malattia.

Le vicende narrate nel libro trattano proprio questo secondo viaggio a Marsiglia che Antonio, ormai diciottenne, svolge assieme al padre.

La narrazione procede scandita dal ritmo delle ore del giorno e della notte: Gastaud prescrive al ragazzo amfetamine assieme al dictat di dover stare sveglio due giorni e due notti senza dormire e senza assumere la terapia, per verificare se sia guarito del tutto.

In queste due lunghe giornate, padre e figlio incominceranno a conoscersi, ad instaurare quella relazione che non sono mai riusciti a stabilire in tanti anni. Scopriranno angoli nascosti di Marsiglia e di sè stessi, luci ed ombre propri ed altrui. Si meraviglieranno di quanto l’altro sia unico e speciale e dovranno rivedere i loro schemi per renderli compatibili alla nuova immagine che l’altro via via assume.

Niente è più come sembra: il padre, per tanti anni raffigurato da Antonio come colui che ha deciso di andare via di casa, lasciandolo solo con la madre, assume nuove sfumature e contorni, mettendo in dubbio questa verità, resa granitica dal trascorrere del tempo. E anche il padre vedrà Antonio con occhi diversi, con occhi che dovranno accostare il bambino che era all’adulto che sta diventando.

Con quest’opera Carofiglio riesce a delineare in modo delicato e profondo un rapporto padre-figlio, costellato da incomprensioni e difficoltà ma permeato da un amore profondo. “Le tre del mattino” è un invito a tutte le diadi genitore-figlio a spegnere smartphones, tablets e televisioni e mettersi in ascolto dell’altro, un ascolto autentico, vero, attento. Un ascolto intimo ed unico che permetta reciprocamente di capirsi, di far fronte alle difficoltà che ogni relazione inevitabilmente porta con sè con l’obiettivo di far evolvere il rapporto e di vedere l’altro con occhi nuovi.

(Biografia di Gianrico Carofiglio a questo link: https://it.wikipedia.org/wiki/Gianrico_Carofiglio)