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Sono sempre più in aumento le persone che richiedono, solitamente sotto invio del medico neurologo o del medico legale, una valutazione neuropsicologica. Spesso, però, non sono adeguatamente istruite riguardo a tali test e capita sovente di trovarsi di fronte un paziente poco collaborativo o svalutante.

In questo articolo cercherò quindi di articolare e specificare che cosa sia la valutazione neuropsicologica e quali i suoi utilizzi.

La valutazione neuropsicologica consiste nell’andare ad indagare il funzionamento di molteplici processi cognitivi, quali memoria, linguaggio, attenzione, ragionamento, percezione, abilità visuo-spaziali, abilità coinvolte nell’esecuzione di sequenze motorie, attraverso l’utilizzo di appositi strumenti di valutazione: i test cognitivi o neuropsicologici. I risultati conseguiti nei test vengono poi corretti per genere, età e scolarità (ovvero: il punteggio del paziente viene confrontato con quello ottenuto da soggetti dello stesso sesso e con pari età ed anni di studio).

L’assunto che sottende questa tipologia di intervento è che i processi cognitivi siano correlati con il funzionamento di specifiche strutture cerebrali. Quindi un danno ad un’ara X può determinare un deficit Y. L’esistenza e l’entità di tale deficit viene, per l’appunto, indagata tramite appositi test.

Solitamente la valutazione inizia con un test di screening, che permette una valutazione globale delle abilità cognitive e permette di rilevare quali aree possano risultare deficitarie.

In seguito vengono somministrati dei test specifici, che permettano di dettagliare il tipo di deficit riscontrato nel test di screening e che quindi vanno ad esplorare in modo specifico: amnesia (disturbo della memoria), afasia (disturbo del linguaggio), aprassia ideativa e costruttiva (incapacità di compiere gesti, ovvero una successione ordinata di movimenti volontari), agnosia (incapacità di riconoscere oggetti o simboli), neglect (incapacità di orientare l’attenzione in direzione opposta alla lesione), abilità di pianificazione e flessibilità cognitiva,…

Al termine della valutazione, il neuropsicologo corregge i test e scrive una relazione di restituzione per il paziente ed il medico inviante. L’esame neuropsicologico viene eseguito, infatti, per lo più allo scopo di contribuire alla diagnosi medica e monitorare, attraverso controlli ripetuti (follow up) il decorso di alcune patologie (come accade per il decadimento cognitivo nelle Demenze).

Inoltre, a seguito della valutazione neuropsicologica, si può pianificare e concordare con il paziente un intervento riabilitativo che tenga conto delle abilità cognitive compromesse e delle abilità preservate, avente lo scopo di favorire il recupero delle abilità cognitive danneggiate per compensare i deficit e migliorare la capacità di adattamento del paziente.