“Cosa significa questo sogno?”
“Perché tendo a ricercare una figura materna nei rapporti?”
Molto spesso noi psicologi ci troviamo messi di fronte a domande di questo tipo. La psicologia del senso comune tende, infatti, a vedere la figura dello psicologo quasi come una figura eterea (“Ma anche gli psicoterapeuti hanno problemi di ansia?”) e come una persona che abbia una soluzione per tutto e per tutti. Indipendentemente dall’interlocutore ci si aspetta, quindi, una risposta rapida ed efficace per un qualsiasi quesito di valenza psicologica (e non).
I problemi nascono quando ci si trova a spiegare ad un “profano” della psicologia questi ragionamenti. Le volte (e sono parecchie) che mi sono trovata a delineare i motivi per cui non posso dire cosa voglia dire una determinata cosa, lo sguardo sbigottito dell’interlocutore è chiaro: “Questi psicologi vendono fumo!” Avere una risposta chiara e precisa è quello che ci si aspetta, da un lato perché tranquillizza e de-responsabilizza (“Sono così perché mi è successo quello”) e dall’altro perché, al pari delle discipline scientifiche, ci si attende che 2+2 faccia sempre e solo 4 (mentre nella psicologia vale molto ciò che è oggetto anche di una barzelletta: “2+2=5, ovvero: i conti non tornano”).
Difficile risulta spiegare e far comprendere che la psicologia non funziona così. Ad un problema (o un sogno, o una situazione, ecc.) X non corrisponde un’unica soluzione (o ri-soluzione) Y. Tutto dipende dalla storia personale, dagli avvenimenti, sensazioni, emozioni, pensieri, relazioni dell’interlocutore. Un singolo gesto, quindi, non può essere interpretato senza tenere conto della complessità dell’individuo che si ha di fronte. Bisogna, infatti, ricostruire il contesto, la storia personale e relazionale, i pensieri e le emozioni che precedono un determinato evento per poter cercare insieme alla persona, co-costruire, cosa significhi per lei, e solo per lei.
E questa è anche la bellezza del lavoro psicologico e psicoterapico: una continua ricerca, costruzione, ri-costruzione del perché agisco, reagisco, amo, sto male, mi relaziono, penso in questo modo. Un modo che sarà mio e mio soltanto.